Una delle prime attività del progetto Comune dei Popoli, è stata analizzare bisogni, difficoltà e frustrazioni degli operatori del pubblico, del personale docente e Ata e dei migranti del territorio siracusano durante le fasi dei percorsi di inclusione dei cittadini stranieri. L’obiettivo, stimolare idee e proporre strumenti utili, al fine di attivare lo sviluppo di percorsi partecipati per l’implementazione di uno sportello di orientamento a supporto di operatori e cittadini stranieri; approfondire la conoscenza tra le parti per migliorare le relazioni e porre le basi per una più proficua collaborazione. Per realizzare questo processo collettivo, il progetto è partito da una fase di mappatura dei servizi del Comune di Siracusa e di altre istituzioni territoriali, e da una fase di interviste ad operatori del pubblico, dirigenti di uffici pubblici, responsabili di enti del terzo settore e migranti, al fine di estrapolare tre tematiche, poi oggetto di tre momenti di incontro, avvenuti il 6, il 13 e il 20 ottobre 2020, in presenza presso l’Urban Center di Siracusa e in modalità digitale sulla piattaforma zoom.

 

 

Parole: veicolo in circolo fra persone

 

L’incontro si è tenuto il 13 ottobre 2020 presso l’Urban Center di Siracusa e vi hanno preso parte 12 partecipanti fra cui il Team dell’Ufficio Comune dei Popoli, alcuni rappresentanti di migranti, di enti pubblici e privati e due facilitatori del team di Impact Hub Siracusa. Si è riflettuto sul peso che le parole possono avere nell’emotività e nella percezione di chi ci ascolta, su quali siano le parole che possono offendere maggiormente e in ragione delle quali ci si sente turbati e scossi. È emerso che spesso, oltre al significato delle parole stesse, anche il modo in cui queste vengono pronunciate può avere un peso per il nostro interlocutore e ognuno dei partecipanti ha condiviso con il gruppo le storie di esperienze di aggressione verbale vissute in prima persona. Sollecitare soluzioni in grado di tenere più in considerazione l’essere umano, la sua emotività e il ruolo che questa assume nelle relazioni interpersonali fra operatori e con l’utenza, è stato il comune punto di incontro.

Culture, differenze e incontri

La discussione è arrivata poi sulla condivisione di esperienze vissute come momenti di “distanza culturale”. Le distanze che sono state evidenziate durante il dibattito, sembrano essere generate più dalla non conoscenza che dalla non comprensione della cultura dell’altro. Così è emersa l’esigenza comune di intraprendere percorsi formativi di comprensione culturale, in modo da conoscere, comprendere e trasformare in risorsa le differenze tra culture. Fra le risposte per fronteggiare queste difficoltà, rientrano percorsi formativi in grado di fornire strumenti per imparare a gestire le emozioni negative, per comprendere le differenze culturali, e una maggiore presenza di mediatori linguistici e culturali.